Protesi all’anca la ditta produtrice americana le messe sul mercato difettose

Protesi all’ anca difettose Nuovi controlli sui pazienti

La segnalazione della ditta produttrice (Americana) Decine di malati dovranno subire un altro intervento

 

ROMA – Non solo rotture di valvole cardiache. La storia dei pezzi di ricambio mal funzionanti è ricca di precedenti clamorosi. Anche quando, per fortuna, non ci sono vittime da contare. Gli ortopedici ricordano bene un caso recente. Protesi d’ anca più fragili del dovuto e quindi soggette a un rapido logoramento. In questi mesi, su segnalazione della ditta produttrice, la DePuy, colosso del settore, i centri che hanno impiantato parti potenzialmente difettose, stanno richiamando i pazienti per nuovi controlli. Visita, radiografia ed eventualmente nuova operazione con tutti i problemi che ne deriverebbero, specie in persone anziane. In Italia questo tipo di protesi, molto cara, costituita da polietilene Hylamer, applicata tra il ‘ 91 e il ‘ 98 (anno del ritiro dopo gli inconvenienti), era piuttosto diffusa negli ospedali del Nord, per coincidenza soprattutto in Piemonte. Il sostituto procuratore di Torino aveva aperto un’ inchiesta dopo la segnalazione di un medico. Alcuni dei portatori di quegli inserti artificiali hanno fatto causa o stanno per farlo. I centri di ortopedia sono stati avvisati con una circolare trasmessa dal ministero della Salute e poi dalle Regioni. Quella del Lazio è del 7 febbraio 2002. Si parla di «componenti protesici in polietilene Hylamer» per anca e spalla con «potenziale rischio di ridotta resistenza all’ usura». L’ azienda DePuy ha azionato l’ allarme quando si è accorta che in alcune persone operate agli inizi del ‘ 90 erano stati osservati inconvenienti di durata. «Da noi quel tipo di protesi era poco utilizzato – ridimensiona l’ allarme Aldo Toni, primario della prima divisione dell’ Istituto ortopedico Rizzoli, a Bologna -. Quaranta casi circa su 12 mila interventi iscritti nel registro regionale delle protesi d’ anca. La prossima settimana richiamiamo i pazienti. L’ Hylamer è stato un tentativo non fortunato di migliorare i modelli in polietilene con un sistema di sterilizzazione diverso, a raggi gamma, in presenza d’ aria». Quella all’ anca è in assoluto la protesi più diffusa in Italia. Nel ‘ 98, 40 mila casi, saliti a 70 mila nel 2001. La durata media è di 10 anni per il 90 per cento degli impianti. Quasi il doppio rispetto alla tenuta del tipo Hylamer. La circolare prevede che i centri debbano inviare tutte le informazioni al Consiglio superiore di Sanità, l’ organo tecnico del ministro della Salute, che darà un parere «sulle modalità più idonee» per seguire i portatori delle DePuy difettose. Se ne occuperanno gli esperti della seconda sezione che fra pochi giorni saranno pronti con un documento richiesto da Girolamo Sirchia sulle valvole brasiliane. E’ stata compiuta una valutazione attenta, esaminate anche le autopsie dei pazienti che si sospetta siano deceduti per la rottura dei piccoli congegni. I morti sarebbero di «qualche unità» superiore a quel che si credeva. Margherita De Bac mdebac@corriere.it

De Bac Margherita

fonte corriere della sera

Insomma la parola fine per i casi in cui i pazienti sono stati operati per l’impianto di un protesi all’anca deve ancora essere detta.

A questo punto è meglio rimanere sul sicuro e usare protesi nostrane.

Di protesi in circolazione migliori di quelle citate nell’articolo ve ne sono basti pensare che il corridore ultramaratoneta Aldo Maranzina ha già sostenuto tre ultramaratone da quando si è operato all’anca.

E di questi giorni la notizia della sua partecipazione come atleta con protesi all’anca alla ultramaratona di Athene 1000 km in 10 giorni.

Incredibile. E merito anchre della sua protesi e della favolosa riabilitazione fatta dal gruppo medico Isokinetic di Bologna.

 

Protesi all’anca la ditta produtrice americana le messe sul mercato difettoseultima modifica: 2011-03-31T18:44:32+02:00da neuroskyman
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